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Profili di Pay: Conversazione Break the Bias con Andrea

Scopri come Andrea Amati, Senior program manager ad Amazon Pay, si impegna per porre fine ai pregiudizi in occasione della Giornata internazionale della donna.

Amazon è conosciuta come una delle aziende più attente al cliente, ma sotto sotto ciò che conta per noi sono semplicemente le persone. Vogliamo svelare un po’ di mistero e farti conoscere meglio coloro che rendono Amazon così eccezionale.

Marzo è il mese della donna. Quest’anno, il tema della Giornata internazionale della donna è “Break the Bias”, ovvero “diamo un taglio ai pregiudizi”. Per contribuire a diffondere questo messaggio, abbiamo parlato con Andrea Amati, Senior program manager ad Amazon Pay. Impegnata nei confronti della comunità e a condurre uno stile di vita sostenibile e di valore, Andrea è anche co-direttrice del programma Sustainability Ambassador di Amazon, presso la sede UE in Lussemburgo. Secondo Andrea, i fattori chiave per mettere fine ai pregiudizi sono la connessione, la condivisione delle proprie esperienze e la normalizzazione delle conversazioni sulla parità di genere. Per raggiungere questo obiettivo, le donne devono sviluppare una rete di contatti, sospingersi a vicenda e celebrare i propri traguardi. Continua a leggere per scoprire come Andrea non perde mai di vista il quadro generale per motivare sé stessa e gli altri, sul posto di lavoro e non solo.

Name: Andrea Amati

Title: Senior program manager, Amazon Pay

Raccontaci qualcosa su di te. Mi chiamo Andrea Amati, sono una Senior program manager presso Amazon Pay, nel meraviglioso Lussemburgo. Sono responsabile della progettazione, dello sviluppo e del coordinamento del lancio di nuovi prodotti nelle sedi UE, oltre a guidare l’analisi e il miglioramento dell’esperienza del cliente finale di Amazon Pay. Parlo fluentemente cinque lingue e in passato ho ricoperto diversi ruoli, da account manager a portfolio manager.

Mi definirei una persona aperta e diretta, sempre alla ricerca di una nuova opportunità per apprendere qualcosa di nuovo. Mi piace viaggiare e stare all’aria aperta, godermi la natura, fare escursioni e andare in bicicletta percorrendo lunghe distanze. Per me è fondamentale dare un contributo alla comunità e riuscire a condurre uno stile di vita sostenibile e che abbia valore.

Cosa sognavi di diventare quando eri bambina?

Che bella domanda! Da bambina avevo grandi idee riguardo il mio futuro, indubbiamente incoraggiata dal modo in cui i miei genitori mi hanno cresciuta e dai modelli che hanno fatto parte della mia vita. Tra di essi, zie, insegnanti e vicine di casa, tutte donne indipendenti e di grande forza, con una forte passione per la propria carriera.

Mi sono vista come architetta, poi come Ministra del turismo, insegnante di fisica e anche come traduttrice e interprete. In realtà ho provato a seguire alcune di queste idee, per capire se potevano essere strade che effettivamente avrei voluto percorrere. È stato un cammino fatto di tentativi ed errori, ma poi ho iniziato a muovermi lentamente, ma con fermezza, verso il mio attuale ruolo da Senior program manager, dove sono responsabile dell’esperienza cliente di Amazon Pay per l’area UE e della direzione dei programmi normativi.

Se potessi dare un consiglio alla tua versione più giovane, quale sarebbe?

Investi su te stessa e su una profonda conoscenza di te stessa. Con questo intendo ogni forma di istruzione, da quella formale (scuola, università ecc.) ai corsi aggiuntivi e altre attività per potenziare le proprie abilità, alla lettura di libri specializzati o semplicemente all’ascolto di idee e persone a cui ci ispiriamo. Un altro consiglio che mi sarei data: individua le tue passioni, padroneggia le tue abilità ma anche le aree in cui vorresti sfondare. In questo modo è possibile rimanere fedele ai propri principi e alle proprie aspirazioni, e sarà più semplice capire dove ci si trova nel proprio percorso professionale e come tale percorso deve svilupparsi.

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Di quale traguardo ti senti più orgogliosa?

In passato ho sempre esitato a rispondere a questa domanda. Poi ho letto alcuni studi in cui si parlava del fatto che le donne leader, in particolare, tendono ancora a tirarsi indietro quando si tratta di condividere i proprio traguardi, per timore di apparire arroganti o presuntuose. Siamo ancora portate a fare un passo indietro in queste circostanze, ma è una reazione che deve sparire per sempre.

In generale, posso dire di essere fiera delle decisioni che ho preso finora, di essere diventata la persona che volevo diventare e del mio approccio di vita volto all’apprendimento continuo. Più nello specifico, sono orgogliosa delle mie attività di volontariato, tra cui il ruolo di co-direttrice del programma Sustainability Ambassador di Amazon presso la sede UE, e del recente conseguimento del mio Master in Pubblicità e relazioni pubbliche.

In quanto donna, quali ostacoli hai dovuto affrontare in ambito professionale? E come li hai superati?

Ottima domanda. Credo che ogni donna abbia la propria lista di ostacoli. Per quanto mi riguarda, mi sono trovata di fronte a barriere generiche, ma anche specifiche, legate alla mia età: al tempo ero vista come troppo giovane per poter ricoprire ruoli di un certo tipo o addirittura essere promossa. Parlando invece di microaggressioni, mi è capitato che altre persone mi interrompessero o che parlassero sopra la mia voce, oppure casi di colleghi che parlassero a mio nome supponendo di sapere cosa io volessi dire, e così via.

Superare questi ostacoli è un processo, non succede da un giorno all’altro e indubbiamente richiede pratica, pazienza e tantissimo coraggio. Come ho già detto prima, per me è stato fondamentale conoscere me stessa e le mie abilità, e avere così la fiducia e la consapevolezza della mia posizione. Mi ha aiutato anche a ridurre e affrontare gli effetti della sindrome dell’impostore, così diffusa tra molte di noi.

Quanto ritieni importante che le donne si sostengano a vicenda? E che significato ha per te?

È più importante di quanto si possa pensare. Sebbene le donne abbiano fatto tanti passi in avanti negli ultimi anni, la strada per arrivare a un pieno raggiungimento del nostro potenziale è ancora lunga. Elevare la donna è un passo in avanti per la nostra generazione e senza dubbio anche per quelle future, in quanto l’idea di essere rappresentate ha un ruolo fondamentale. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia con figure femminili molto forti e ciò mi ha sicuramente aperto la strada a diventare una leader. Voglio continuare a lavorare in questo senso e far sì che anche altre persone possano fare lo stesso percorso.

Secondo te, in che modo la mentalità, i comportamenti e le conversazioni dei singoli individui hanno un impatto sulla nostra società in senso più ampio?

Dobbiamo guardare il quadro generale. Costruire una rete di contatti, essere in connessione e condividere le nostre esperienze sono fattori che contribuiscono a dare forma alla società e alla realtà di oggi. In questo modo, gli standard si alzano e c’è più motivazione a seguire questo esempio, oltre a normalizzare le discussioni al riguardo. Abbiamo tutti bisogno di motivazione e crescita nella nostra vita, che sia sotto forma di mentoring individuale, conversazioni approfondite oppure condivisione di esperienze e idee tramite dibattiti o eventi simili. È un processo che deve continuare e dobbiamo assicurarci di includere un numero di donne sempre maggiore.

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